= cosa voglio dire... | Valeriu Dandes Ganea [03.Jan.07 09:14] |
(neanche, chiunque...) e stata una lettura interessante e mi congratulo con te, ti auguro succeso | |
+ Puo darsi...! | Valeriu Dandes Ganea [03.Jan.07 09:25] |
"Luther Blissett" è uno pseudonimo multi-uso - una "reputazione aperta" - adottato in modo informale e condiviso da centinaia di artisti e agitatori europei dall'estate del 1994. Per motivi che rimangono ignoti, il nome è preso in prestito da un calciatore inglese degli anni Ottanta di origini afro-caraibiche. In Italia, tra il 1994 e il 1999, il cosiddetto Luther Blissett Project (un network più organizzato all'interno della comunità che adotta l'identità "Luther Blissett") diviene un fenomeno molto popolare e riesce a diffondere una leggenda, la reputazione di un eroe folk. Questo Robin Hood dell'era dell'informazione ingaggia una guerriglia dentro/contro un'industria culturale in via di radicale trasformazione (siamo ai primordi del web), organizza eterodosse campagne di solidarietà a vittime della censura o della repressione, e - soprattutto - orchestra elaborate beffe mediatiche come forma d'arte, rivendicandole sempre e spiegando quali difetti del sistema ha sfruttato per far pubblicare o trasmettere notizie false. Blissett è attivo anche in altri paesi, soprattutto in Spagna, Germania e Regno Unito. Il dicembre 1999 segna la fine del Piano Quinquennale. Tutti i "veterani" commettono un suicidio simbolico chiamato "il Seppuku" (come il suicidio rituale dei samurai). La fine del LBP non comporta l'estinzione del nome, che continuerà a riaffiorare nel dibattito culturale e resterà una firma molto usata sul web anche nel primo decennio del XXI° secolo. Il ritratto "ufficiale" di Luther Blissett è realizzato da Andrea Alberti e Edi Bianco nel 1994, miscelando vecchie foto degli anni Trenta e Quaranta (tre prozii e una prozia di Wu Ming 1) Ci vedremo vedremo a Bologna e sin allora ecco una picola luce | |