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Poezii Rom�nesti - Romanian Poetry

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Da \"Studio Arte Fuori Centro\"...
articolo [ Eventi ]
comunicato stampa

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di [SILVA ]

2008-09-06  |     | 



...abbiamo ricevuto il seguente comunicato stampa:



Via Ercole Bombelli 22, 00149 Roma – 06.5578101 – 328.1353083
[email protected] - www.artefuoricentro.it



C O M U N I C A T O S T A M P A


Titolo: Aula 8
Mostra: Pittura
Autori: 65 Allievi Dell'Accademia di Belle Arti di Brera - Milano
Curatori: Franco Marrocco e Daniela Moro
Testo critico: Rolando Bellini
Organizzazione: Associazione Culturale FUORI CENTRO
Luogo: Studio Arte Fuori Centro, via Ercole Bombelli 22 – Roma
Periodo: dal 9 al 26 settembre 2008
Orario: dal martedì al venerdì dalle ore 17,00 alle 20,00


L'Incontro con l'Accademia di BRERA è il settimo appuntamento, promosso dall'Associazione culturale Fuori Centro di Roma, dedicato alle Accademie di Belle Arti Italiane: Roma, Foggia, Frosinone, Perugia, Firenze e Macerata.
L'invito è stato accolto da un numero consistente di allievi che hanno intitolato la mostra AULA 8, l'aula di Pittura dell'Accademia milanese.
Il progetto elaborato consiste nella ricostruzione dello spazio espositivo dello Studio Arte Fuori Centro all'interno dell'Aula di Pittura in scala 1:1.
L'intervento pittorico coinvolge le pareti più importanti per dimensioni, quella di fondo e quella di sinistra dall'ingresso, lunga metri 8,50 e alta 2,70, come il piano verticale di lavoro della stessa aula, coincidenza fatale.
Il grande rettangolo è suddiviso in 65 parti che corrispondono al numero degli Allievi partecipanti: Marco Alejandro, Samanta Amati, Daniela Ardiri, Michela Benedan, Veronica Benetello, Elena Bersacola, Giorgia Bolzoni, Lucas Brox, Alice Buoli, Irene Maria Cassina, Alice Cattaneo, Elena Ceccato, Micol Cerani, Marta Cocciufa, Chiara Colombi, Alessandro Colombo, Luigi Consolandi, Orazio Consolo, Perla Contesini, Martina Corongiu, Alessandra Cuturi, Erik Davanzo, Alessandra Di Gregorio, Stefano Etter, Carolina Farina, Serena Fiorani, Letizia Frullini, Elena Galletta, Arianna Galli, Giuseppina Giordano, Daniel Coves Gonzalez, Mohamed Edres Ibrahim, An Sung Jang, Branko Jankovic, Liliana Leal, Marta Lodola, De Jongh Lotte, Beatrice Masi, Francesca Fawn Masperi, Ivana Mazzei, Antonino Milotta, Petros Moris, Ivan Olita, Giulio Pace, Tecla Ramona Pallazzoli, Antonio Perilli, Federico Porro, Claudia Prinelli, Laura Proto, Jelena Radekovic, Andrea Romano, Marco Rossi, Alessandra Salvoni, Lara Maria Bruna Sansottera, Giannakis Theodoros, Chantal Tornatore, Valeria Pietra Trapolino, Kristina Trestjan, Andrea Turino, Fiamma Ugolini, Viviana Valla, Linda Maria Assunta Vallone, Ivana Vitali, Matteo Zinesi, Federica Zorloni, ognuno dei quali interviene pittoricamente, graficamente o fotograficamente sul modulo assegnatogli vincolati dal perimetro e dal colore rosso.
L'Opera viene montata sulle pareti obliquamente dal pavimento al soffitto aumentando quel senso di ingombro e difficile collocazione; accentuato dalla dominante rossa lo spazio diventa claustrofobico.
Il progetto vorrebbe essere una sorta di rapporto spaziale tra l'Accademia di Brera e lo Studio Arte Fuori Centro di Roma. La Galleria entra idealmente nell'Accademia e l'Accademia si comprime ed entra nella Galleria, come un percorso temporale Milano-Roma andata e ritorno, come un viaggio iniziatico.


Rolando Bellini 65% Fuori Centro by AULA 8
65 non è una data e pertanto non è neppure un richiamo a quel fatidico anno, che ha ruotato attorno all’affermazione perentoria della Pop Art americana, condizionante un po’ tutta l’arte contemporanea del momento; 65 è una cifra, che corrisponde ai singoli contributi del murale che l’Aula 8 di Brera, cattedra di pittura del professor Franco Marrocco, ha preparato per la galleria romana Fuori Centro, uno spazio minimo, 2.68 x 8.20 metri di disponibilità espositiva. L’idea è in sostanza quella di occupare interamente la superficie piana, parete dietro parete, della galleria attraverso un’installazione a puzzle costituita appunto di 65 elementi, l’uno diverso dall’altro, rispettivamente a firma dei 65 autori che sono gli allievi, milanesi, italiani, spagnoli, svedesi, olandesi e via enumerando, del corso di pittura di Marrocco. Tuttavia, il tempo dei “murales” così come quello delle “installazioni”, come pure quello della “Pop Art”, nonché della “Conceptual Art” e dell’ “Iperrealismo”, insomma il tempo della storia è già accaduto e non può ritornare, se non al prezzo di qualche mutazione genetica, di qualche alterazione strutturale. In altre parole, di una peculiare rivisitazione che è al tempo stesso una significativa reificazione, una reinterpretazione che attualizza la storia, ogni suo riecheggiamento. È così anche in questo intervento collettivo, il cui duplice comun denominatore è dato dal formato -materiale di supporto- la carta, carta Fabriano 250 grammi - e dalla tecnica adottata, si assiste ad una novità, a tutto un modo di operare affatto inedito pur attingente a questa storia di ieri, dell’altro ieri. E poi vi è il segno, ora grafico e ora pittorico, il segno che divora e modifica anche la fotografia. Meglio ancora: tre sono in vero gli elementi o i vettori comuni, oltre ai summentovati, poiché vi è anche un colore dominante, condiviso da tutti, da quasi tutti gli interventi alla realizzazione di quest’opera parietale collettiva; il colore rosso. Rosso sangue, rosso sesso, rosso vitalità e libertà gridata. Nel caso, la libertà di esprimere, tutti assieme, un gesto pittorico corale. Coralità - verrebbe la tentazione dire: un richiamo sottotraccia al “Corus fine” di ben nota memoria, ad altro ancora di cui in questa sede editoriale non è caso argomentare; questa coralità emotiva, immediata e fresca, a conti fatti, manifesta proprio l’intenzione non programmatica e invece sentita sulla pelle come fosse rugiada, l’intenzione di trasferire nell’opera collettiva l’urlo corale di tutti i 65 giovani autori. Un urlo lacerante, per dirla con Anna Banti (compagna di una vita di un critico e storico dell’arte che ha fatto epoca, Roberto Longhi); un urlo lacerante che strappa l’aria svelando così a chi entrerà nella galleria quel quid stupefacente che viene dall’arte e fa la differenza. Chi dipinge mette in gioco se stesso, tutto se stesso a tal punto da guadagnare un altro livello di libertà, un’inaudita libertà sentimentale, emozionale, concettuale e ... fisica.









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