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Esercizio di sopravvivenza
personali [ ]

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di [valu ]

2014-04-17  |     | 




Sono un treno verso il nulla, dalla sua finestra gli alberi corrono in cerchio...
Il cielo è di cellophane, la gente cresce fresche pagnotte per la Morte...
Qualcosa verticale mi taglia e mi divide, la centrifuga del quadrante sprema il burro dalle ore fisse.
Da qualche parte un avvoltoio mi guarda di traverso... le acque applaudono spettacolo del sale.
Il fuoco va via smarrito in se stesso
Per che cosa sono venuto qui così tardi quando niente è più vivo dello spasmo di
una foglia distaccata da me, spezzata dal treno sui binari di vetro?
La Terra è asfissiata in una borsa di cellophane in cui geme smorzato il mio nome...
Solo la Morte mastica annoiata il pane e gira la giostra del quadrante contorto.
Questo stato confusionale delle parole turbinio mi assorbe e il nulla inizia e finisce qui.
I miei anni grandi, i miei anni piccoli, alberi contorti diventati tavole...
Tu non guardarmi dalla finestra, perché gli occhi potrebbero superarmi
come un sonno clandestino, come un festino finale... volta pagina, al di là ti aspetta il sublime...
la tua illusione, la tua pietà di parata, il tuo amore pegno per un apparente successo
quando non ti riconosce lo specchio, un’impetuosa pagnotta -
Quanti treni passano, non vale la pena disegnare delle stazioni, pubblicità sulle borse di un centesimo.
Abbiamo beni comuni soltanto gli alberi che corrono in un cerchio e
non saremo capaci dividerli ugualmente ...rompi qui la pagina, non voltarla più, sono un treno o qualsiasi cosa
che non importa, non importerà, nell'economia del quadrante sono un fuori di testa
chi se ne frega di questa pagina, chi se ne frega della penna

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