Luigi si guarda triste intorno
tende la sua mano scheletrica
da una coperta di buchi posti per i raggi del sole
bizzarra ricerca di una carezza dagli angeli
soffre di cancro ai polmoni
riesce ancora ad articolare due o tre parole
mi chiede di regalargli il mio giovane corpo
perché lo abbracci di forza
ha paura
io ho paura
non è più un uomo
ma un vecchio le cui le ossa hanno vinto sulla carne
gli occhi gli parlano con luce ultraterrena
veglierò sul tuo cammino
dice coi fiacchi battiti
dammi
la mia metà sigaretta
un braccio
e tienimi la spalla ad un passo dal corridoio d’ospedale
Luigi era mio padre
l’astro bianco che aspetto ogni Natale nel cielo
ancora ascolto ogni santo giorno i passi
mentre irrequieti si trascinano da una parte all’altra della casa
ho i capelli bianchi
Angelo
mi diceva
anche tu avrai i capelli bianchi e figli un giorno
allora capirai quanto non ami farli soffrire
sorrido sempre ai lontani astri
che nel cielo sono altri cari padri per altri vecchi figli
ogni Natale guardo in alto
e sento irrecuperabile la sua mancanza

Dedicata al padre scomparso dello scrittore e poeta romeno Marius Nitov