ABRACADABBRA


La mia gobba stellare disidratata,
Arde ammirando la profusione d’astri,
Nel vanitoso corteo celeste,
Forse temporeggiando ruberò splendore
A qualche zitella stellare minore.

Mi crescon le piume sul davanzale
Quasi per scherzo mimerei il volo,
Niente di male rinascere uccello ma
Amici cari,
Non di rovo.
Guardo insicuro la vertiginosa collisione
Tra il tramonto e l’oscura notte,
Non indosso pigiama e l’osso
Brilla del suo bianco candore.

Cerco un’amante tra le ombre
Illudendo la tenebra coi lampi degli occhi,
Schiocco le dita per far le magie,
ABRACADABBRA
Lei appare spaccando la luna
Dal midollo per avvolgermi
Nelle sue pallide fiamme.