Farfalla psichedelica scampata alla psicosi,
sotto il mio mandorlo in fiore,
sulla bocca dell'inferno assoluto,
per far gioire i blasfemi di cuore.
Appiccicata alla mia fronte in cresta,
per mordere il tramonto lento,
portami nettare di macinate fresche,
sulle tue dita di cristallo verdi.
Eterne le nebbie dure ci traveston,
da angeli in draghi sputa fuoco,
solo il tuo candido gioco sfugge,
alla natura selvaggia della morte.
Mi spengo troppe volte e
altre troppe volte mi riaccendo,
per sembrarti sempre un amante nuovo,
incline a deliziarti il corpo
dei trasparenti flutti del mio rogo.
Divento un piano o solo un violoncello sordo,
cantandoti quartine ossute,
ho un archetto sull'arto pronto al volo,
per celebrarti il suicidio del tempo.
Portami l'infinito per quando avremo freddo,
per guardare il cielo senza paura,
dal volto blu del cirro,
sicuro di non romperci fallendo,
la fragile notturna ala di cristallo.