Il crespo bozzo dei campi
ebbri di rugiade danzan sulla riva
di orizzonti in fiamme
mentre i silenzi taciono
i sogni fatti della sera
nella bambagia dell'aurora musicale.
Tu mi richiami dagli inferi
la tua voce grave e bassa
in dispetto all'alba
mi ferisce la nemesi del sorriso e
il credo di una migliore promessa
m'illude del pensiero fronda
con stracci di Paradiso.
Sei solo un sogno,
un triste sogno mi dico,
qual cretino che sono, ci credo
le radici della tua bocca
m'afferrano l'occhio
zittito da ipnotico lido .
Sei un incubo in questa giornata di sole,
sei un'ombra sui raggi ardenti,
esplodi nell'aria col tuo io deforme o
torna agli inferi arredo.
Del tuo esilio precoce non volgere versi
spandendo in fiotti veleno,
resta lì ancorato nel tempio
di altri amanti maledetti
ancor caldi in sto mondo terreno.