Ho le dita delle mani congelate ed
i tasti del piano son roventi,
sei un primordiale fiore coi petali
in divenire speme.
Ti canterò un respiro di nota
per il tuo cuore in difetto
d'aria odorosa di primavere
di maledetti amori che ancora aspetti.

S'agitan i me gli spettri con le loro fauci
enormi ombre dilaniate dalle corde vocali
sono in astinenza di canto da tempo ma
cucirò una cicatrice di stroffa con la brama.

Per te.

I miei ghiacci bruceran per i tuoi occhi soltanto
ho i piedi bagnati e le labbra arse,
mordimi col fuoco della lingua e
sciogli le catene in cui mi delira la carne.

Il mio piano ti parla sottovoce,
ci sono dentro tutti i miei mancati respiri
in questo suo nuovo orizzonte congiunti

saremmo coperti di occhi azzurri.
Ho radici alle ossa in sofferenza di linfa
verso immensità poetiche luminose
noi ci farem separare dalla Morte
ungendo con le cuciture d'amore, la Vita.