Un giorno sarò un tiglio,
sopra il lido di pianto.
Profumerò a salve le glorie sgualcite,
dei postumi monumenti degli eroi senza nome,
venuti e partiti con l'oblio addosso
come tutti quanti nel breve viaggio della vita.

Quel giorno gli innamorati calcheranno i legnosi arti
tenendosi per mano,
nascosti sotto l'ombrallo dell'amore,
sotto una pioggia di stelle incorporea
assorbita dalla mia fronda unta d'acqua.

Un giorno sarò un tiglio
nei tuoi palmi di carne,
dove hai pianto per ore la solitudine,
dove il buio s'era fatto nido di bolle notturne
da scoppiare coi sogni più felici e
meno angoscianti.

Quel giorno i miei fiori
uccideran il silenzio della Morte,
col loro odore bianco e
raccoglierò le preghiere dei fantasmi passati
venuti a nascondersi dal vento
sotto la mia ombra.

Le radici legate al fango ,
saranno in attesa di orme lasciate
dai sconosciuti di passaggio curiosi e
i loro occhi nutriti del verde veleno
coleran lacrime dolci col fango,
dalle gemme implumi sui rami,
per gustarsi un poco di blu e speranza
in quel pozzo di quiete ameno.