Lei parla di musica e di fiori,
vestita di nulla con addosso solo l'odore dell'alba e
la mia pelle suda quei innamorati sogni,
scampati all'apnea della notturna scialba.

Sono bella?, mi chiede col corpo
lusingando gli orizzonti maschi esplosi di stelle,
nella mia testa confusa e ferita dal tempo,
mentre la sua bocca affamata ricama orgasmi.

Ho paura che i fantasmi assopiti in stormi,
volino da lei col mio cuor cucito ad un'ala e
rimasto solo nel buio di sta stanza
avrei di questo amore solo un'assaggio amaro.

Oh, stai con me e non partire
dammi una ragione per guardare di nuovo il cielo,
indicami la scia della tua fredda coda perché
t'aspetterò cometa, coi spettri del mio pensiero.

Lei mi guarda silenziosamente dentro,
m'impasta i brividi con l' occhio acceso e
se riuscissi a sfiorarle il viso perfetto
forse troverei il modo per toccarle dentro il suo immenso.