A Marte piaccion quegli occhi dolci che
gli placan delle fiamme l'ira e
Venere rincarna tutte le belle forme
per far perdere i sensi al mortal sospiro.

Ecco bellezza che va vestendo donna,
cara agli Dei di Olimpi in nettare ubriachi,
ecco i cirri sopra le nuvole già orbi
della delizia brillante sulla sua pelle.

Non lascia pesante impronta nell'orma che
venera il suo appoggio fragile al suolo e
del leggero apparir increspa l'onda
dell'aria ferita e dolorante dal suo profumo.

Femmina sì cara al piacer dell'alba che
perde il suo tetro alito di moritura notte,
dona delizia all'iride che al sonno scampa
per portar si tanti battiti al cuore scemando Morte.