Se Persefone non trascinasse le sue scure impronte
sui viali della nostra vita,
i nostri sogni sarebbero destinati alle albe perpetue
e nei nostri occhi le ombre non desterebbero più paura,
ma ora subiamo di Morfeo i morsi
incatenati alla fragilità notturna,
mentre la madre buia
libera le sue chimere sui nostri corpi
anche se le mani vorrebberro dalla tenebra avanzar
su rive amorose e sicure.

Posso destinarti le ore del riposo
togliendo alla ragione il lungo sonno,
posso restare guardiano dei tuoi begli occhi,
fingendo che il cosmo di te e non di stelle sia fatto.
La terra attende paziente un nuovo giorno,
ma io lo attendo solo per amore,
che essere senza il tuo sorriso al mondo?
Un nulla.
Una maschera col pensiero di un uomo,
naufrago per i mari dell'esistenza
dove tempesta sostituisce il tuo volto.

Quante volte vedrò la notte calare sulle mie ciglia e
quante volte guardando spegnersi il blu del cielo io possa aver pianto,
ohh, non ricordo le infinite metamorfosi notturne
solo per tener desta la memoria col loro nero lutto.

Un'altra notte arriva in grembo all'alma,
un palpito mi tiene desta la ferita chiglia,
sarà la tua dolce voce in quel vento che
mi tiene ancor a galla sul mar della follia.