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agonia Post Consigliato
■ Geremiade
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- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 2008-11-09 | | temeraria avanza Notte cavalcando l’ombra attanagliate agli spasmi del vento le chimere torchiano urlando l’Io a capo chino controvento il vagabondo avanza fendenti d’acqua consumano il fisico di terra stremato non vinto il corpo dell’albero si piega al male si trattengono le linfe tra le increspature calde vedo con l’occhio dell’alma aperto su altre dimensioni i segreti dell’equilibrio l’ipostenia lascia al tetro vigore corona pallidi di nebbie i fogli s’aprono dolci al fiume d’inchiostro buttato coi lampi di genio e quello squarcio nel cielo si veste della febbre convulsa del Poeta l’immaginario tesse pendoni coi vortici per le danze delle gocce azzurre le argentee dita sul cielo sono i ricordi dell’alma gli aloni sul vetro della vita irrorano nell’iride certezze souvenir di nuovi libri saggi Notte avanza coi gemiti di tempesta i rami disciolgono le foglie per libere danze forse i loro sospiri s’odono nella natura vinta il cuore iberna le speranze per un’altra estate lingue come di rame i corpi delle fronde trottole d’aria spazzano col triste blues del tempo le polveri bagnate morte s’avviluppa al sogno del volo m’è il braccio un infinito arto di legno un arco di violino ancor in cerca del suo spartito perfetto la radice di carne attende confitta coi buoni nel fango preghiera si dissetano nel piovano stupore anche le Moire dell’Ade case per il vento diventano i cuori legati alle gioie d’etere ovunque possa trovare lo spirito quiete lì si rifugia l’animo sente che gli è negato il sonno si raccoglie la passione nella lava della vena ancora salva l’infinito aspetta solo un altro passo anche se per guarire dal dolore l’orizzonte delle nuvole grigie dovrà imparare a leccarsi le falle prima di stupire Notte impavida intrusa nella mente assetata dei riti pagani che offro al Dio d’Inchiostro amazzone tenebrosa china sull’aritmia perpetua sui muschi ventricolari del dentro ecco il fibrillare di penna consumar carta per amore silente il dardeggiare del lampo spinge il corpo a vestire il manto del verbo velati di paure i sensi eppure scampato ai Titani adirati resta al sicuro e celato al riverbero il sogno
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