non è del silenzio questa dolce marea di calma
non sono del reale
i suoi passi nella tua incoscienza che portano i sensi lontano
vortici di sensazioni lei disegna sulla pelle con l’unghia
mentre ti lancia le reti di chiome come rossetti selvaggi
di cui berne sedotto
il profumo
e diventa un droga seguitare a cercarne il veleno
attendere notte per afferrarne il sogno
pur di ardere
ancora
e
ancora
tra le luci fredde di una stanza vuota
fasciato nell’odore di plastica delle poltrone nuove
scemando il tempo in conti alla rovescia
svuotando le clessidre dai secondi
per riempirle di bolle d’attesa infinite
non sono dei pensieri
i fili attorcigliati intorno al corpo sudato
nemmeno della passione le tracce nell’aritmia del cuore
c’è qualcosa di lei sulla labbra
che brucia
ancora
e
ancora
lame di rossetto dalle cui ferite
sanguini
amore
°°
non sono più tue le mani
divenute entità aliene pur di sentirla tagliare l'aria
segnate dalle urla invernali del vento sui palmi
incisi di nuove vie
lei è come un fragile filo d'erba
nato sulle nuvole del tuo capo preso dall'immensità dei cieli
nemmeno il battito al cuore
della cui vita ignori la durata
ti appartiene
è tutto suo
nel immaginario incendiato anche dall'inchiostro
come se il verso potesse darti pace
ancora
e
ancora
sui fogli la vedi apparire
danzare
sfinirti gli occhi di bellezza
ed il tuo per sempre la rende immensa
perché la sua arte è nel scappare
e la tua
nel tenerla prigioniera dentro un verso