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Uccello in chiesa
poesia [ ]
non è mia

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
di [reciro ]

2007-05-17  |     | 



Era Agosto ed un poovero uccelletto,

ferito dalla fionda da un maschietto

andò per riposare l’ala offesa
sulla finestra aperta di una chiesa.

Dalle tendine del confessionale

il parroco intravide l’animale

ma pressato dal ministero urgente,

rimase intento a confessar la gente.

Mentre in gionocchio alcuni altri a sedere
dicevano fedeli le preghiere

una donna, notato l’uccelletto,
lo prese al caldo e se lo mise al petto.

D’un tratto un cinguettio ruppe il silenzio e il prete a quel rumore
il ruolo abbandonò di confessore

e scuro in viso peggio della pece
si arrampicò sul pulpito e fece:

“Fratelli, chi ha l’uccello, per favore,
esca fuori dal tempio del signore”

I maschi, un po’ stupiti a tal parole,
lenti si accinsero ad alzar le suole

ma il prete a quell’errore madornale:

“Fermi” Gridò “Mi sono epresso male,
rientrate tutti e statemi a sentire,
solo chi ha preso l’uccello deve uscire”

A testa bassa con la corona in mano
cento donne si alzarono pian piano
ma mentre se ne andavano
ecco allora che il parroco strillò:

“Sbagliate ancora, rientrate tutte quante figlie amate
che io non volevo dire quel che pensate.

Ecco, quello che ho detto torno a dire, solo chi ha preso l’uccello deve uscire ma, mi rivolgo, non ci sia sorpresa soltanto a chi l’uccello ha preso in chiesa”.

Finì la frase e nello stesso istante
le moncahe s’alzaron tutte quante
e poi in volto, pieno di rossore,
lasciavano la casa del Signore.

“O Santa Vergine” Escalmò il buon prete, “Fatemi la grazia se potete”.

Poi “Senza fare rumore, dico, piano piano, si alzi soltanto chi ha l’uccello in mano”.

Una ragazza che con il fidanzato
si era messa in un angolo appartato
sommessa mormorò con il viso smorto:
“Che ti dicevo? Hai visto, se ne è accorto!”.

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