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Improvvisamente
prosa [ ]

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di [inoltre ]

2011-10-03  |     | 



Improvvisamente mi son trovato dinanzi l’enorme scalinata. In cima, lontana, l’ombra della Torre, la Torre stessa, imperiosa, e il baccano delle nubi attorno i torrioni; gli sguardi del cielo si posano sulle nuvole che attorniano il gigante di pietra ed i fulmini che partono dal vapore condensato intimoriscono lo sguardo. Così son rimasto ai piedi dell’enorme scalinata prima d’intraprendere il viaggio fino al tuo cuore, dolce fata prigioniera del tempo andato simbolo del pellegrinaggio dell’adesso o mai più. Perché in quale altra occasione il mio cuore potrà trovare l’ardore, l’ardire d’aspirare al tuo rango. E son giunti a questo traguardo, all’inizio del viaggio cavalieri e principi ed uomini normali ch’inebriano le pupille di sogni, che cavalcano nubi dorate dove adagiati fra soffici guanciali anelano di renderti servigi per un tuo sguardo benevolo.
Quando i tuoi desideri hanno cavalcato i venti e i nostri pensieri se ne sono impossessati, una forza immensa, d’un altro mondo, d’un tempo diverso, ci ha spinti fin qui, a trovare i sentimenti che ci legano e ci dirigono fino al tuo sorriso. Posto il piede sul primo gradino, impecettibilmente, ci accorgiamo di non esssere soli sentiamo il vibrare dei pensieri e delle passioni che rimbombano nei nostri cuori, ci guardiamo negli occhi
“Ce la faremo mai?”
“Guarda ch’impervio cammino ci attende!”
“Forza non disperate, avanti....”
Già in molti l’ardore iniziale si affievoliva dietro difficoltà, paure, tentennamenti, incertezze...
“Ma chi sono IO, perchè son qui?”
Ma alzando gli occhi al cielo vedevo nella Torre il brillare delle tue perle dei tuoi smeraldi del tesoro che sei.
E mentre tutto intorno le parole vagavano e le domande si infrangevano nella disperazione e nella paura, il mio cuore e la mia mente si caricavano della domanda ed iniziavo ad intravvedere nella luce del tuo Tesoro la risposta al mio timore d’Essere il riflesso della Verità che ti appartiene.
“Son stanco....”
Più saliamo e più il viaggio è impervio, sono abituato al passo e non mi infastidisce più di tanto il battere del cuore nelle scarpe ormai strette, ma lo stomaco che borbotta ed il cuore che batte ricordando la tua voce incombono sulle mie forze. M’infastidisce il vociare esausto dei compagni di viaggio, mi appari .....la mia mano ti accarezza mentre il vento sembra giocare coi tuoi capelli, irreale, eppure così vicina mi chiami ed il mio cuore sobbalza nel sentire la tua voce, Respinto l’inizio del pianto, dirigo il passo più spedito verso l’uscio della Torre, realmente incombe maestosa.
“Son qui dinanzi a Te.... porto con me i passi dei miei compagmi di viaggio, ho accettato i loro timori e mi sono cibato della loro pazienza, del loro ardore, Non li ho mai persi ma sono qui con me al tuo cospetto, pronti a servirti, a liberarti per potere unirsi al tuo presente.”
Mi son seduto dinanzi l’uscio della Torre, enorme anche l’uscio, poderoso, ho digiunato, coperto d’un rosso mantello per ripararmi dalle intemperie. Il Mondo intero sembrava volersi gettare su di me e le forze piano piano, nell’attesa si affievolivano, gli occhi volevano chiudersi, le palpebre stanche sembravano voler rispondere alla richiesta di pace dell’occhio opaco, stanco.
“Un ultimo sforzo, ti prego...”
Il saluto d’un compagno di viaggio, un nuovo clamore m’incendia il cuore.
Sembra fermarsi il Tempo.
La Torre apre l’uscio:
“Entra in me a celebrare l’Amore che ci unisce dall’inizio del Tempo”.
I tuoi occhi così chiari e belli sostengono la ragione del mio Essere, dondolo nell’Eterno che sei, viaggiando fra le stelle, immemore di ciò che sono perché sono in Te.

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