Panico di vuoto
Punto.
Scendo le scale, afferro la porta che devo chiudere dietro di me e…pam!
Fatto!
Cerco lo sportello dove si porgono ringraziamenti.
“Mi scusi. Cerco “Ringraziamenti annui per doni virtuali…”
“….Sportello 14. Secondo corridoio a destra”, mi risponde una voce come dal fondo di una scatola di tonno vuota.
Un corridoio. Due corridoi. Destra. Passo, passo, passo. Stop.
“Prego. Faccia pure”, dico ad uno che mi sembra che farà in fretta.
Non c’è sala d’attesa.
- “Buongiorno, mi dica”.
- “Volevo fare la dichiarazione annua… eeehh ….”
- “Reclami, contestazioni o ringraziamenti?”
- “Ringraziamenti”, rispondo
- “Allora, compili questa parte e poi mi ridia il modulo. Il resto si fa a voce…”
- “Emozioni, amore, illusioni o amicizia?”
- “non so, non si può barrare più di una casella?”
- “no, signora”
- “emozioni allora.”
- “continui. Non più di 360 caratteri, altrimenti il sistema da errore bloccante e non stampa la ricevuta. Per cosa ringrazia?”
- “per aver sentito un po’.
- “ancora 337 caratteri.”
- “eee….qualche giornata felice. Lo so...ho provato stima….”
- “ehe….complimenti, signora. Ha avuto un buon anno, sembrerebbe. E la prima in 5 giorni da quando sono di turno che dichiara stima. E di chi mai?”
- “….del vento. Si può scrivere questo?”
- “certo….possiamo scrivere tutto. Tanto se lo firma, è ufficiale.”
- “Saldo annuo di benessere? 10%, 15% o 30%?”
- “variabile.”
- “Acconto per l’anno prossimo?”
- “ un balcone di fiori gialli. Ne ho due.”
- “si, potrebbe andare. Ci siamo. Firmi qui. Brava.”
Sorrisi e me ne andai.