Mi ricongiungo nella mattina prima del nostro appuntamento legendo un mito dei tempi lontani, con esseri construti di immagini distrutti, comprendendogli e poi giudicandogli come fossero interdizioni, basandosi su di esse, dimendicandole, ricordandole, basandose su di essi come ci fossero una mucca in bronzo.


Cio che immaginavo prima si provava piu tardi che era vero. Come mi spaventa ritrovarmi in una superstizione, il mio significato stesso viene piu facilmente adorato che compreso, in un vaporto di ammirazione profumata; il Sant’Eduardo in cui credono le donne con l’anca di locomotiva.


Esse non mi possono compensare con niente. Nel loro amore generico cercono di fare meglio quello che si fa in genere nel nostro letto di tutte le vite, quando i fogli prendono i formi bizzari delle pulsazioni del cuore, mettendo le loro speranze in questa batitto, fin quando i ogetti, allargati, diventano transpareti nella loro essenza, e si fa luogo per tutti questi terribili composizioni. Per questo motivo credo che le lettere del mio nome hanno una grande magia per ogni attributo immaginato, modellandosi la speranza in un modo personale, specifico, quando mi parli al orecchi sillaba con sillaba una incantazione conosciuta a morte di qualsiasi altro santo.