Quando ritornerò dai corridoi bui dell'anima
dove mi son perso in preda a spasmi del pensiero
ti troverò svestita d'ogni addobbo
brillante con le lentiggini del plenilunio.

Il tiglio ai tuoi piedi avrà i miei rami
protesi verso il cristallino del tuo occhio
per trovarsi il riflesso dolce
nel fragil specchio nell'iride contorno.

Il mio vagar anemico m'è solitario e triste
in questa landa astratta di morte oltre il tempo
l'aria risuona calda e dolce nel vibrar
del tuo respiro forte come il vento.

Scricchiolano i tuoi passi nella mia orma ombra
tu solo, potresti farmi ritrovar la via,
caduta foglia dalla mia mortale chioma
uccidi il mostro nel mio capo e portami sul tuo brillare, via.