Accendo sigarette per dar esplosioni
al fumo nero del cervello in crisi,
con la pasta dell'arteria ferita
dal troppo ossigeno in corsa sull'aorta.
Non vago sul sentiero della notte
per emozionare vagamente sentimentali eclissi,
ma resto a galleggiare in luce,
con le mie storpie abitudini di niente.
Non predico il meglio agli altri,
non vado a messa a sentir altrui ragioni,
non cerco nel credo di scappare,
ma affronto i miei demoni con gli occhi.
L'Inferno non s'alza per un uomo,
non vende ali che non serviranno a nulla,
ha le sue macabre oscure ragioni che
premia o condanna il peccatore.
Fumo nel disperato tentativo di sfuggire
alle ragioni del cuore assolute,
disegno ipogrifi alati sugli alti cirri
per dare vite alle ombre della mia vita, mute.
Son senza gravità su questo mondo in fango
assorto cantore senza voce in gola
trafitto dal verso nel cuore sanguinante
per dare alla poesia dell'essere parola.