Loro ci sognan belle
per tuffarsi col peso dei loro peccati
sulle nostre pelli illibate,
c'aspettano alla fermata del tram
facendo finta d'esser forti e razionali,
fumando con gli occhi altrove i sogni
sfamando con una breve sbirciata alle gambe
l'orgoglio del cacciatore alle prime armi.
Hanno un accellerante nel sangue che
fa loro bruciar prima gli orgasmi,
soffocano alla parola amore e
quando s'innamorano piangono
la morte del celibato.
Hanno la passione del seno
in tutte le sue metamorfosi lineari,
siano esse finte o disegnate,
ne cercano l'essenza con l'occhiata
imprimendola a fuoco sul loro cuore di maschi.
Ardono come candele una liquida cera che
tengono sulla bocca impastata di baci,
per incollare l'amata alla fiamma e
non farla scampare all'atto finale.
Sognano la dea, la musa, l'originale,
tuffandosi vestiti sui loro sogni,
poi rimpiangono gonfiati di testosterone
a combustione lenta,
la cuoca, la serva, la troia.