Mi ricorderò di te a Novembre,
camminando sul tappeto di foglie morte gelato,
con l'occhio perduto sul cielo grigio,
nell'odore della nebbia autunnale e
allora porterò la memoria ad aprire un libro,
consumato dal tempo ai margini spezzati,
con la copertina unta di pianto e
segnata dall'amore ucciso coi peccati.
Mi ricorderò di te sotto la pioggia,
puntando i battiti del cuore sull'orma,
ferendomi i palmi su una calda stella che
t'avrei preso per illuminarti il sonno.
Mi ricorderò di te nelle notti nere,
tra l'eco delle fronde con l'alma chiusa,
alle tristi radici di terra,
alle mie radici di uomo contuse.
Mi ricorderò di te,
in tutte le stanze vuote della casa,
sotto la carne dei passi che le hanno consumate all'infinito,
nel drenagio doloroso del desio alle vene calde,
tra le cornici delle mediocrità giornaliere in cui ti penso.