cadere incendiato da parole e
nell'oasi di quest'attesa averti
tu che mi manchi da secoli ed ore
tu che non parli per non ferire l'aria
dei lenti tempi

gesticolo impotente per schivar del vento
il soffio duro in faccia e
pare inverno
il gelido scavar nel cuore
lentamente
per ritrovar del respiro caldo la fonte dell'espero

trovami una riva dove appoggiarti il sogno
in cui stringerti a me col nudo cuore in mano
dove la pelle si scioglie nel sudore
dove le lettere mai scritte ti urlan in brividi
"ti amo"


portami dal tuo opposto porto
ad una placida marea in grembo al cielo
in spettinate corse ondose sul mare crespo
tra alisei benevoli nell'occhio fisso vela

tendi la mano dalle terrene prigioni
macchiate dal sangue delle lacrime memorie
di tutti i tempi in cui ci amammo buoni
scrivendo negli abbracci le nostre audaci storie

coglimi un'altra volta ancora
un'ultima occasione prima di sparire
di sbocciarti nell'alma come un'aurora
con le carni ardenti votate al morire