Qualche volta conto le nostre radici intrecciate al tempo,
bevo nella coppa della Sorte il veleno rimasto e
sogno i portali aperti dell'Inferno,
davanti ai miei occhi di fuoco e di fiamme nefaste.

Mi mostro a al mondo col nudo volere ferito,
dalle troppe sconfitte e battaglie d'amore,
non sfido al dio dei cieli il trono,
cerco solo la mia fetta di blu nel dolore.

Non ascolto i pensieri posti in una stanza buia del capo.
le dimore della tenebra non hanno per me un culto,
del mio cuore so dare solo il fiato,
il resto del battito è un trofeo scuro d' un uomo posseduto.

Qualche volta mi perdo sotto i sassolini d'acqua che
mi scrivono sul volto parole dimenticate
allora erro col ricordo a quant' ero forte,
prima di perdermi di nuovo nei viali d'un amante.