Questo inverno ci tramuterà in stelle,
in neve ancor non caduta.
Diventeremo statue di ghiaccio, polvere e fuoco,
immortali. Giovani ed innamorati,
ascolteremo i battiti dei nostri cuori,
che s’intrecciano al rumore dei passi
di bambini che corrono per accogliere il Natale.
Le campane annunciano il passare delle ore,
il vento porta via con sé la polvere
dei ricordi… e noi siamo lì…
sento il gelo dentro le vene
e il tuo calore dentro il mio corpo
e so che la storia è soltanto all’inizio.
Ti chiedo se vorrai impazzire insieme,
adesso, per strappare le foglie ad ogni albero,
noi - autunno crudele,
per bruciare i campi di grano, vaporizzare
mari ed oceani - due Soli in un’unica fiamma
eccentrico desiderio di trasformare,
e far ricrescere l’erba dalla terra bagnata
di nostra pioggia.
Vorrei germogliare così infinitamente,
oggi su questo pianeta, domani, chissà…
ricadere dall’alto delle nuvole in fiocchi fitti,
che poi si scioglieranno nelle mani
dei bambini che correvano per accogliere il Natale;
diventiamo fiume e argine, fango morbido,
proprio buono per modellare un uomo ed una donna
con il tuo viso, con il mio viso,
con il tuo nome, con il mio nome.