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■ Geremiade
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- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 2010-03-12 | |
Racconto di Natale
Motto: Al di la del muro … “-Cosa le è successo, signora Anca? -Sai , Irinel e la sua bambina sono annegate! Mio Dio,che sarĂ di me?” ……………………………………………………………………………………………………… * La neve smise all’improvviso la sua stacciata, ma il cielo mantenne l’aspetto mendicante che mi opprimeva ormai da giorni. Gente povera, vestita di grigio si muoveva in modo buffo saltando tra le pozzanghere formatesi sui marciapiedi,barcollando,cercando in vano non bagnarsi .Tempo da cani … Sentii la voce del redattore e l’annuncio del programma:il notiziario delle ore 11.00,il 25 dicembre 1986. Mi mossi, e , istintivamente ,abbassai il volume. Troppe orecchie in giro … Avvicinandomi all’apparecchio, quasi toccandolo , seguii la voce, a volte molto chiara e apparentemente vicinissima, altre diluita , quasi persa in etere.”Qui è la radio Europa Libera. Ascoltate il programma in lingua romena . Buon Natale, cari concittadini!”. La voce si perse assai, tanto che non riuscii a distinguere tutte le parole. La prima notizia era andata …”GiĂ , m’innervosisce”, mormorai esasperata … Tutto di un tratto la voce riprese e diventò piĂą forte. ”Presso la cattedrale ortodossa di Kòln un pubblico numeroso ha assistito alla Santa Messa di Natale. Il coro ha cantato canzoni tradizionali romene. Vi offriamo un frammento: “O, ce veste minunată/Lângă Viflaim s-arată/Cerul strălucea/ĂŽngerul venea /Pe-o rază curată…” O, che notizia meravigliosa/Si rivelò vicino a Betlèeme/Il cielo brillava/ L’angelo arrivava/Portato dai raggi …” Senza neanche accorgermi presi a piangere, mormorando anch’io le parole, e, nel silenzio del nostro piccolo appartamento la mia voce sembrava esile, tremante, inetta. L’intero mondo cristiano, al di lĂ del Muro festeggiava liberamente la NativitĂ , dappertutto l’umanitĂ esprimeva la sua gioia. E noi? Noi, “vermi” ,come aveva etichettato Elena CeauČ™escu il nostro popolo tremante e spaventato ? Noi ,gli abbandonati del mondo civile! Noi perchĂ© non potevamo farlo?Per fortuna che mia figlia e suo padre erano in visita dai suoceri! Potevo rimpiangere in pace la nostra comune disgrazia, la sfortuna e la sorte che ci aveva messi “dall’altra parte”…”Basta, neanche dovresti pensare, Mara, basta. Pensa alla tua famiglia…è piĂą importante delle tue fantasmagorie …” La voce si dileguò, e per un’ attimo rimase sospesa .Niente. Fischi,silenzio. Riprese e disse qualcosa che in un primo momento non capii … L’ informazione arrivò frantumata al mio cervello e mi fece aggrottare la fronte. Ma cosa diceva?La comprensione mi fecce sobbalzare e ricevetti il tutto come un pugno in pieno petto .Mi mancava l’aria! No. Questo non poteva essere vero. Diceva che un pescatore iugoslavo aveva trovato i corpi privi di vita di due persone, una donna e una bambina di 2-3 anni. La donna, di nome Irinel Ardelean ,si era annegata durante l’attraversamento del Danubio… e la bambina aveva subito uno choc ipotermico ed era morta poco tempo dopo il ritrovamento . La piccola si trovava sulle spalle della mamma, messa in uno zaino, e si presumeva che la sua morte fosse avvenuta per annegamento, ma per essere rimasta troppo tempo immersa nell’acqua gelida. Lo stesso pescatore avrebbe dichiarato che le due persone non si trovavano al momento del recupero in una barca ,forse ribaltata dai correnti molto forti nella strettoia detta ”La Marmitta dei Giganti”, nemmeno accompagnate da qualcun altro, una “guida” come succede spesso,ma da sole, e che il corpo della donna galleggiava a faccia in giù… . Irinel. Irinel!!!! No, proprio non è possibile. Non poteva essere. Solo una coincidenza. Ma, si! Guarda che sciocchezze mi passano per il cervello. Irina e a casa, a Cluj , assieme a Catalin e a Tudor, l’altro loro bambino. Che scema che sono. Chiamiamola! Tremando per la paura feci il numero di telefono e dopo due squilli mi rispose una vocina “Si, chi è?” Chiesi “Tudor, sei tu?Passami la mamma, sono Mara.”Un’esitazione, un respiro e la voce mi disse ”Io sono Mircea, mia mamma non c’è. Ma ti passo la nonna”. Mi resi conto che qualcosa non era a posto, e quando un’altra voce rispose, mi accorsi che avevo sbagliato il numero … Mi scusai e interruppi la comunicazione . Feci nuovamente il numero ben conosciuto ma gli squilli sembravano riverberarsi in uno spazio abbandonato e i suoni mi avvolsero come il freddo delle acque gelide…Niente. Dov’era Irinel ?Non avevo nessuna di quelle premonizioni di cui parla la gente. Irinel rispondeva di rado al telefono, ma adesso avrei avuto il bisogno di sentirla, di rassicurarmi sentendole dire che tutto andava bene . Volevo solo calmarmi per poter ridere in seguito delle mie sciocchezze,volevo solo salutarla, farle gli auguri tradizionali, congratularmi con lei per le feste, per i pochi giorni liberi dovuti alle vacanze invernali. Sapevo che nessuno dei due coniugi , ne Irinel, ne Catalin erano di turno all’ospedale e che si godevano ,come me, un paio di giorni liberi. I due gemelli, Tudor e Mara facevano di solito i “pendolari” tra la casa dei genitori e le abitazioni dei nonni, troppo piccoli per l’asilo. In piĂą, i nonni erano giĂ in pensione. Ognuno si deve organizzare come meglio può, a quei tempi,lo sapevano tutti. Chiusi la radio e iniziai ad apparecchiare il tavolo. Dovevano arrivare i miei … Sentii lo squillo del telefono e, dimenticata la paura, i brutti pensieri, i timori, risposi quasi allegra convinta che fosse qualcuno dei miei studenti che voleva farmi gli auguri Natalizi , oppure un conoscente … Invece la voce mi disse ”- Sai, Irinel e la bimba sono anneg…” * Nessuno ha mai saputo in che condizioni i due coniugi hanno deciso di evadere dal Paese… Chi li ha conosciuti prima dell’evento, sapeva che gli Ardelean ,medici entrambi,conducevano una vita tranquilla, organizzata tra il lavoro e la casa. Ne i loro parenti , ne gli amici sono stati a conoscenza delle loro intenzioni , cosi come hanno presupposto la Milizia e gli organi della Sicurezza che hanno interrogato tutti i loro conoscenti per mesi … Nessuno ha mai saputo come mai i due hanno deciso di attraversare il fiume,il grande Danubio, di notte .Il grande e il gelido Danubio. E quando ? Durante le Feste Natalizie … assieme ai bambini,genitori e bambini da soli , senza l’aiuto di nessuno. Come hanno trovato il coraggio?Che disperazione gli avesse portato a questo gesto così radicale ? Di lui non si erano trovate le tracce, le famiglie pensarono che avesse fatto lo stesso fine, portando sulle spalle l’altro loro piccino, il figliolo, Tudorel. Il tempo passò, la vicenda fu quasi dimenticata dalla gente troppo indaffarata per la propria sopravivenza e solo i vecchi, rimasti “orfani”dei loro figli,continuarono a fare i “pendolari”tra il cimitero e le loro case. Al cimitero le lapidi, e sotto, niente. Le ossa di Irinel e di Mara erano lì dall’altra parte del fiume, in un cimitero anonimo … Rimasero vuoti, secchi di lacrime anche i vecchi, il neanto dentro le loro anime, gli occhi spenti. Senza sogni .Senza speranza. Un anno piĂą tardi sentii al telefono la mamma di Irinel, la signora Anca che mi invitò da lei. Lì , davanti alle loro fotografie, la signora mi mostrò una cartolina . Catalin e l’altro figliolo, Tudor si erano messi in salvo,erano vivi e si nascondevano ancora a casa di una famiglia contadina di vlahi in Yugoslavia , aspettando una guida fidata ,che li doveva portare, attraversando le montagne,a piedi, in Italia. In salvo… Mirela Corina Chindea Tarcento, maggio 2009 |
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