For amusement only

Stava scritto sui vecchi bigliardini elettrici, quelli colle luci che si accendevano e spegnevano, che in inglese si dice pinball, come nella pellicola degli Who.
Si diceva anche con un’altra parola inglese tipo…
Era un po’ come dire: si gioca e basta, non ci si scommette sopra, no.
Invece, in alcuni bar c’era scritto che superato un punteggio x si vinceva una consumazione, una pasta, una gassosa o che so.
La mattina prima della scuola coll’amico mio roscio che ci s’aveva i soldi della colazione, che c’ha dato la mamma per comprarci la schiaccia (come si chiama da noi) o schiacciata (toscano del capoluogo e contigui), pizza bianca a Roma, a Genova non ricordo…, invece andavamo al bigliardino.
Tanto poi, pensavamo, si vince e così si mangia il dolce; e il roscio vinceva, io, invece, mica sempre, alle volte no.
Poi a scuola provavo appetenza dopo un po’, dopo la ricreazione, e guardavo gli altri e non riuscivo a seguirla la lezione di scienze erariali che di per sé è un po’ noiosa.
E l’economia politica che mi spiegava del valore marginale dell’ultima dose di bene, e perché non si può chiedere l’ultimo pezzo di schiaccia ai compagni di classe, che hai voglia a dire che il valore marginale che gli attribuisci tu è maggiore di quello che loro stessi gli attribuiscono, se ne sbattono della teoria economica e ti mandano a cacare e ti dicono: così impari e gli Who non sono neanche un gran gruppo.