siamo quelle fottute immagini sui cartelloni pubblicitari
figurine impostate per arredare l’aria
siamo templi di parole che ci mordono il cuore
senza riuscire a strapparci dal corpo un orgasmo
voglio indietro i fantasmi e i sogni
le ore di depravazione in cui si spoglia l’animo della morale
il piacere di tenere una mano amica sul petto
senza il timore di sembrare decadente
rivoglio il vento e la pioggia amati
la sinfonia dell’attesa sul cerchio del pensiero
le corde di passione in tensione per una chimera
rivoglio tutti i dubbi che mi rendono uomo
in mezzo a queste belle maschere
mi portino le ombre sulla lettiga di desio
a chiudere gli occhi quando vedono solo alieni
sul limbo di tutti gli amanti clandestini
a cui ergo busto
siamo pietre ornate di carni
volubili matasse col verme nelle cuciture
amore tiene al tempo ed ai tarli
come la goccia d’acqua al granito