lunga è la via del sangue fino al cuore
la mano di legno non ferma il cadere del sangue
dice la croce al silenzio mentre qualcuno prega
l’occhio bacia l’insegna di ferro
INRI qui riposa per il nostro bene
di notte i peccati si travestono d’ombra
di notte la fede porta gli occhiali
perché sono piccole le nostre chimere
mal cucita la stoffa del dannato
il passo sfiora appena l’asfalto già cotto dall’afa
diademi solo i lampioni col collo troppo alto
singhiozza con battito d’ali la falena
non potendo abbracciarne la luce



in punta dei piedi verso il ramo più alto
mai troppo tardi è volere il volo degli uccelli
la mano della morte non porta il pugnale
ma solo il tempo
diceva mia madre
solo il tempo


mi consumo di sogni come una foglia verde
estate dopo estate cantando come il grillo
eppure la vita è l’attimo che perdi
dietro un rimorso
dietro un’attesa



infilo la mano nella terra
e tutti i fantasmi si radunano nei miei pensieri
cogli la vita
sembra dire la rugiada
che si mescola al sangue dei morti
lunga è la via del sangue fino al cuore
ho una dannata voglia di toccare il cielo
non mi fermano i mostri su alcuna cazzo di strada
ma quello che mi rallenta il passo
è sempre l’amore


Jacqueline Miù Fuoco edito 2009