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LA CARITÀ NON SI PIEGA
poesia [ ]

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di [FANDERRAUNO ]

2009-09-04  |     | 



LA CARITÀ NON SI PIEGA


Oh amore quel bellissimo pomeriggio dal clima terribile d’inverno,
quando cercando nel sogno la chimera,
la stella filante della metafisica e delle filosofie
che mai capendo ciò che non è destinato esclusivamente alla mente,
vanno in un andar fra fortuna e fatalità,
eran solo le scuse di un eterno che muove i suoi passi preziosi fra noi,
si cercando nel sogno la chimera leggiadri, sembravan i grattacieli,
questa plastica colorata che molti servono,
gli inganni di potere di chi sa che non ne avrà mai,
il mondo, le guerre mondiali nate per le carezze di mamma mai avute
dei più stupidi fra gli stupidi,
gli omicidi dentro wall street
che a nessuno interessa perchè nessuno ne ha e ne vuole avere
sembrava un rospo tenuto schiacciato da qualche lieve soave dell’eterno virtù.
Ma dove incroceremo sollievo se l’aria ci precipita addosso?
La fame nel mondo divora la fede,
dove scopriremo sollievo se il denaro ha comprato la luna?
Dove lasceremo riposare l’immenso?
Perchè il concime sta lasciando spazio alla cenere,
una vita è più importante di ogni denaro,
una sfera corre come se necessitasse di comperare alcunchè da un'altra galassia:
e ora capisco la frase di quell’uomo più che Santo sui colossali ricchi,ora si.
il petrolio e questi combustibili distrutti che non ci fanno aprir la bocca quando piove
è superato d’altro
ci fa sentire di avere fili per le mani e intorno
può essere affondato dalla scienza diricta l’elettromagnetismo
che fuga pietevole è di corse di voci impegnate
come un nano senza circo su un miserissimo grado in questa fossa ovale.
Quindi una cura selettiva per il cancro grande quanto l’africa c’è.
I fossili sono dei morti sotto vento terra acqua e fuoco
il ciarpame ha finito di essere un inriciclabile.
La terra può splendere di quint’essenza,
Oh che idiozia accusare e invocare Dio per cose che,
che può fare una semplice persona,
comunicatori dicono che Dio non fa niente per l’africa
coi microfoni pulci che sono angeli nelle cravatte da mille euro.
Anche un pesce rosso avrebbe la forza di fare ciò che si invoca fare a Dio, che idiozia!
Continuando a cercare nel sogno la chimera e chissà,
intorno alle sue mura di eventi ambientali…
e cercando nel sogno la nostra chimera,guardandoci,fissandoci
cadevano intense gocce di fuoco dalle nostre pupille stesse,
persi nell’amore spietato che non lascia scampo al mondo,
anche fosse unito nella corruzione che invoca la propria stessa morte senza saperlo,
noi due nel nostro stesso sguardo atomico.
Una corsa di fuoco fra i toni della notte
con giù il mondo che sembrava cadesse come un arancio,
sguardo atomico,ogni secondo rende qualche era della storia della terra
come pagliaccio di gomma che rotola per la strada dissestata,
come melma ai piedi,nemmeno di noi,il manicomio e il capodanno,
quando gli accordi del fiume sono chiusi nel motore di un cartellone pubblicitario,
e Dio è quella possibilità su un milione che non ci sia, si!
E’ lui quella frase che non si può dirgli.
E si cercando nel sogno la chimera,li sembrava come girare,vorticare,
stormi,stormi di uccelli fitti da sembrare di aver preso in prestito il potere del mare
e la natura intorno mise i suoi elmi di splendore,
noi cercando nel sogno la chimera,che vicini,stretti o seduti affianco
era sempre la foresta nascosta dell’eterno,
di chi le stelle sanno che staranno insieme per sempre,
noi due nell’amore che non da conto a morte e tempo
per essere senza attese,invincibile ,perché il mondo non avrà mai parole o armi
per dividere ciò che se ne frega delle parole,
ciò che ha mosso e affondato e inondato
da millenni interi universi e muoverà per sempre il lieto fine,
il lieto fine questa tragedia nel pentagramma del tempo.
È sempre più vicino il paradiso sul nastro puro del mare.
È sempre più vicino il paradiso sul nastro puro del mare.
È sempre più vicino il paradiso sul nastro puro del mare.
E ogni distruttore si scusa su chi fa peggio,una gara di marionette
basta credersi stupidi di fronte ad ogni morte!
Come mi disse un parigino sotto la torre Eiffel,
che stupidi gli scienziati che uno come Pasteur
usò il cervello che Dio gli ha donato
e invece loro si credono che Dio dovrebbe portarti in carrozzina.
La chimera silenziosa come la distrazione di una stella cadente,
si potrebbe fare talmente tanto da affinare persino un giorno perfetto,
la chimere c’era sempre li e anche il ringhio della lince sembrava dicesse,
che venga… e fra le ferite inferte vedrà il miracolo tremendo della vita….

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