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Dall\' Universo alla moneta
saggistica [ ]
andata e ritorno

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di [reciro ]

2007-07-01  |     | 




Dall’Universo alla moneta : andata e ritorno

Dio crea le stelle, il sole , i pianeti e l’uomo,
compresi anche tutti gli altri esseri minerali, animali e vegetali sulla terra e chissà quanti altri esseri che noi non conosciamo nell’universo.

La funzionalità è l’equilibrio di questo sistema.

Ogni cosa è animata o inanimata ma comunque ogni cosa visibile, in questa dimensione, da un uomo medio, può avere delle caratteristiche quali:

la forma,
la temperatura,
lo stato: solido, liquido o gassoso e stati intermedi,
il colore
il suono
il comportamento nell’ambiente che lo circonda
la visione
l’ascolto
l’odore
la sensazione del contatto.

Ogni cosa ha una funzione, nel senso che anche se all’inizio non si conosce il suo significato, l’uomo studiando, per quello che può, le sue caratteristiche, gli attribuisce una funzione in questa dimensione.

L’uomo terrestre è dotato anche di caratteristiche non visibili quali:

il pensiero,
la memoria,
l’emozione,
il sogno,
il ragionamento
la volontà.

Ci sono poi delle caratteristiche legate alla vita dell’uomo ed all’ambiente che lo circonda quali:
il tempo e lo spazio.

Il pensiero può sintetizzarsi come la capacità di veicolare le informazioni che arrivano all’ attenzione dell’uomo tramite le sue caratteristiche intrinseche, di elaborarle e farne uno schema che può manipolare e dirigere verso uno scopo e grazie alla volontà di manifestarle in un atto esterno ad esso.

L’uomo medio terrestre non conosce il motivo della nascita e della morte ma conosce che esiste in lui un’energia che lo fa vivere. Un uomo non potrà mai conoscere da vivo il mistero di Dio a meno che questi non lo voglia rendere partecipe e la sua fede è rappresentata dalla assoluta certezza di un equilibrio ma soprattutto di una volontà più grande di lui che lo sorregge.



Il rispetto dell’equilibrio è l’unica cosa che l’uomo può fare per acquisire la saggezza della vita.

Essere equilibrati non significa essere dei robot ma significa essere consapevoli che la vita è un dono e questo dono è per tutti, quindi l’equilibrio serve a vivere secondo l’ordine universale.

L’ordine universale ci dice che il sole irradia la terra, che tutto vive in funzione di questa irradiazione che acquisisce girando intorno a se stessa in maniera che tutti godano di questa fonte di vita.

L’origine di tanti disequilibri di oggi si deve ricercare nelle cause e non negli effetti.

Il perché fa nascere il dubbio, la confusione, la paura fino a quando non si cercheranno di conoscere le cause ma invece si daranno delle risposte agli effetti, avremo sempre delle mezze verità.

E’ questo il limite dell’uomo ma è anche questo che lo spinge a cercare e a porsi delle domande.

Le risposte, come dicevo prima, a volte sono opera di qualcuno più grande di noi a cui però molto spesso non riconosciamo il merito.

Le risposte devono essere sperimentate e verificate a loro volta e dal loro risultato si capisce se esse erano giuste ma soprattutto funzionali all’ordine delle cose stesse.

E’ da tenere sempre bene nel cuore che qualsiasi cosa accade deve accadere perché nulla è casualità.

Se la terra gira su se stessa non è casuale, se il sole fa quello che fa non è casuale e quindi il pensiero che porta disequilibrio nell’uomo e da questo purtroppo nell’ambiente in cui vive è l’ignorare l’ordine che lo sorregge.

Questa è la premessa per poter affrontare qualsiasi problema che l’uomo ha causato dall’inizio della sua nascita ad oggi. Non si potranno risolvere tutti i problemi ma averne il progetto o meglio il programma per risolverli e soprattutto la volontà di avviare tale procedimento serve per vivere meglio oggi e servirà all’uomo di domani per continuare l’opera.

Siamo chiamati dunque tutti a partecipare all’opera universale di Dio e quindi la misura di questa partecipazione sarà la nostra felicità.

Vorrei ricordare che la terra è di tutti.
Se l’uomo di oggi andasse sulla luna tutti i giorni direbbe che è di sua proprietà.

Questo concetto è importante perché da questo nasce il concetto di conquista e quindi di potere, di controllo e cioè di paura di perdere qualcosa che non appartiene ad alcun uomo o gruppo di uomini.

Per mantenere tale assurdo concetto in vita qualcuno ha costruito ed organizzato la vita dei gruppi umani al fine di produrre non beni per la necessaria sopravvivenza ma beni per il profitto di pochi e cioè accumulare cose materiali superflue e che prima o poi passano da un uomo all’altro di questa piccola cerchia, perchè nel frattempo il tempo fa il suo lavoro.


La cosa superflua che si cerca di accumulare è la moneta.

L’uomo di oggi ha per scopo l’accumulo di questo che è diventato un bene e non più un mezzo.

La moneta deriva dal concetto di proprietà.

Quindi se si vuole neutralizzare l’effetto negativo sull’uomo della moneta bisognerebbe cancellare il concetto di proprietà.

Ma fin quando questo non accade e, ci vogliamo come al solito, rivolgere all’effetto e non alla causa, già da oggi si potrebbe rendere questo effetto meno negativo e addirittura partire da esso per migliorare le condizioni di vita dell’uomo moderno.

Oggi, come dicevo, la produzione della moneta è delegata dagli Stati alla banca.

La moneta sia materiale(appunto monetina metallica o di carta) che virtuale, e cioè sintetizzata in un
numero matematico, in un file, appartiene sempre alla banca che l’ha prodotta dal nulla a costi irrisori come può essere scrivere un numero su un pezzo di carta o sul video di un computer.

Essa viene quindi venduta al valore nominale
e cioè al valore che esprime sulla sua facciata o in un numero che fa parte di un conto corrente bancario o titolo bancario,

agli Stati (che gliela hanno ordinata)
in cambio di valori,
che invece,
rappresentano il risultato in valore, del lavoro di tutti i membri dello stesso Stato.

Non è dato di capire perché (ma lo si intuisce) lo Stato paga il valore nominale della moneta e non il costo della sua produzione effettiva (tra l’altro il 98% della massa monetaria è virtuale),

non si capisce perché la banca debba avere questo potere essendo tra l’altro una società privata

(creata grazie alle leggi dello Stato stesso ma che appartiene solo ad un numero ben determinato di persone che si dividono i profitti tramite le quote facenti parte del capitale della stessa)

e non pubblica facente capo allo Stato (che appartiene cioè a tutti i cittadini - per es. italiani).

La banca dunque prende dallo Stato senza pagare dazio e fa profitti a due cifre percentuali ogni anno di più, mentre lo Stato perde sempre di conseguenza profitti a discapito dei suoi membri e strutture.

La moneta per lo Stato così come lo è oggi,
è un mezzo controproducente alla sua economia e sopravvivenza
e cioè va contro qualsiasi logica matematica e contro ogni cardine di giustizia sociale.

Detto questo bisogna sollecitare tutte le coscienze a prendere atto della situazione ed a provocare delle iniziative che servano a ristabilire l’ordine di giustizia sociale che lo Stato merita e tra l’altro così ben descritto nella sua costituzione.


Nessuna risorsa che è di vitale importanza per la vita dello Stato può essere ceduta e sfruttata impunemente da terzi.

Da un’equa distribuzione del superfluo a favore del necessario alla sopravvivenza di tutti gli uomini, si fa giustizia alla saggezza di una comunità.























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