Le spine articolate in arti
deposto han l'anima mia di cera,
coi baci al posto di soldati
mandati sulla bocca rossa di sirena.
Le squame del mio artritico pensiero
curata con errata dosi e posologia
vibrante chiama l'overdose di sale,
per curare l'astinenza da marea.
Mi manchi reginetta del deserto,
femmnina padrona delle profonde sabbie,
sul fervido fondale dell'oceano,
in cui mi nuoto le pinne del pensier umane.
Ferite son le orme dal tuo veleno
sul casto lenzuolo della schiuma
portato sull'onda dall'aliseo
per accarezzarti il volto di regina.
Ti giacio schiavo morituro in riva
pregando la parte dolce che
nascondi
a diventare mia.