Ogni pensiero a te destinato,
mi provoca vortici di dolore nel petto.
Il mio inferno t'illumina
con fiamme alla ragion opposte,
oh donna,
son succube della tua mortal prigione e
il mio pensiero al bene è in difetto.
Tu,
unico nome a cui è destinato il prego,
mostra compassione al mio umil credo.
Filo rime d'inchiostro sul prato bianco,
per reincarnare il bello che t'adorna,
ma della mia sofferenza la tua bocca tace,
lasciando il rosso labbro nudo,
in preda al mio desiderio di uomo.
Fugace visione d'un altro mondo,
nel mio inferno sulla terra,
mia dea,
mostrami una strada al tuo cuor diversa,
dal morbo torrido sentimental che mi consuma.
Dammi un’ impronta di bacio,
per smettere di languir come l'onda
in riva ad un paradiso perduto,
carezzata da un mare a lei indifferente,
sebbene immensamente azzurro sotto
il cielo discreto se a lui specchiato.
Oh, mia concubina astratta
possiedi il mio sentimento malato di volo e
nella certezza che la morte possa arrivare,
presto affianca la mia pelle mortale
in un unico serafico corpo .