Martelli d'ossa sui nervi stizziti
pneumatici di roccia di sentimental desinenza,
pressano desii crocefissi e gelati,
nella muta invernale dell'esistenza.
Dicembre rosa nei pensieri bianchi
con freudolenti arcobaleni in testa
a caccia di giganti buoni ubriachi e
di frasi meno senili nella speranza.
Audentes e Fortuna van a braccetto
sotto la navata esteriore della natura,
sarà un matrimonio, dicono , perfetto
a dar battaglia ai vermi in carne ed alla Paura.

Le acque non son più di pietra
vanno a cadere
dai cieli incontinenti di ovatta
Dicembre copre coi suo alito le umane sfere
l'odore di cannella fuma nelle case.

Ho una buccia d'arancio sul cuore
una croce di spine temporali sul corpo
di professione vendo farfalle
d'inverno mieto la cenere del vento nell'occhio.


Sono un sognatore coi cocci di chimere in testa
naufragato sul disordine metafisico della riva
gareggio con l'alga per il miglior fondale e
mi strappo le scaglie con la lingua dell'onda.

Profuma di pino l'aria bruciata dal gelo
è un odore forte che pesta l'iride
nel lacrimale seno,
ti fai un café bollente per arder meno
del freddo nella crepe buie dentro il petto.

La terra attende....

parole mute cadono in fiocchi

di neve

il vento smette di urlare

l'ala sacrifica il volo


per sognare