Non è aria ciò che si respira tra noi

ma informe liquido celeste
sul gobbo mondo dei sogni.
A te è dovuta
ogni stagione della mia vita.

Bagno le mie piume
ghiacciate di ricordi
nel inchiostro stellato.
Le punte luminose
mi inchiodano al cielo
e tremo aspettando
che il momento ti porti
al mio sguardo osseo,
consumato dall’attesa,
bruciato dal desiò carnale
di toccarti dentro,
come un battito ventricolare.

Mordo il piede del sonno
per caderti desto,
nel palmo della tua bocca calda.
Io,in picchiata, sul tuo respiro
nudo di piste di decollo
per angeli senz’ali.

Il passo di stò mortale
rode la polvere terrena,
si tosta gli occhi rossi
lacrimanti dadi di sale,
per trascinarsi i calli celati
e la pelle straziata
nei campi sospesi sul mondo.

Il natante ustionato dal tuo bagliore
si accascia sul pavimento organico,
ancora fresco di trapianto,
per iniettarti i fiori recisi
ed i profumi di maggio,
affinchè tu benevola,
mi conceda di masticarti il velo,
inginocchiato nel ventre della tua chioma.



Candido si infiamma al tramonto,
il mio cuore sconfitto
che si frantuma in cocci colorati,
per impastarsi al lievito
glassato in cioccolata sentimentale,
mentre ti corichi sulla luna piatta
bianca.

Adesso correrò,
volerò senza ali,
per acchiapparti la coda
nel tuo notturno canto;
per imbrigliare la luce cellulare,
del tuo stellare corpo
tra le mie ossa mortali,
nella stretta della carne orgogliosa di sangue
nell’orologio pulsante del mio torace ,
per baciarti il viso
che diverrà per amore mio,
umano.