quando cerchi l'impossibile,

il fuoco passa dalla testa al cuore

il battito si spande al orizzonte in volo ed

il tuo pensieri cascate si riversano furiosi

oltre le colonne impenetrabili del cielo

e ti senti come un ubriaco che vede sdoppiate le cose

al perduto equilibrio non rendi consapevole ragione

ma bevi del veleno blu ancora un sorso

per fuggire col corpo dal muro della tenebra prigione

Quando cercchi l'impossibile alzi ancora di più la testa al cielo in segno di sfida. Non preghi, non attendi il miracolo, forse la fede è quella molecola di modestia che nel tuo DNA non esiste. Quando cerchi l'impossibile, cammini tutte le strade della tua città fumandoti impassibile le lune e quei oziosi astri, contando il ritmo dei passi e cercando un amore nel petto che sia speciale. Ma poi guardi bene la notte e ti rendi conto che la stagione è uguale, il rumore del vento non ha versi e quello che sembrava amore era solo l'abbaio di solitudine di un cane. Ti nascondi nel tuo vorrei, trascini qualche romantica melodia per i viali, eviti le risposte ai quei maledetti perché, perché sono sei egoista e poco ti importa degli altri. Hai seppellito tanti di quei dubbi con gli anni, tanti volti con voci importanti, ma non hai mai pianto sulle tombe dei loro nomi, le tue lacrime nan le ho mai donate alla morte, al crudele suicidio dell'asfalto. Quando cerchi l'impossibile non ascolti ragione. Nel petto la freccia ha già cominciato a scavare e la luce del giorno è diventata meta minore nel tuo sguardo. Tu non sei un angelo, non porti i sogni coi doni dell'amore, non vinci amando le distanze e non alzi falò di sesso virtuale, non bruci chiudendo gli occhi come se la pelle dovesse traghettare le fiamme dell'Inferno, ma vai oltre. Oltre la ragione. Oltre la pietra del limite umano. Oltre le confusionarie parole che perdono acqua da tutte le parti. In un posto dove la tenebra vince ciò per cui il battito del cuore si sforza a dare, sull'orlo di un precipizio che lo stesso Caronte evita per non far cadere la barca dei dannati. Non sei un angelo, sei il Naufrago, l'Esule, il Disperso, il Titano imprigionato in una aritmia goliardica di un gioco che la vita ti ha donato. E ti trascini il corpo come se fossi un condannato a morte, cercando nell'ultima boccata di cielo la dolcezza della voce dell'altro tuo io che t'ha perdonato, per non avergli dato ascolto, per aver perseverato in quel crimine d'amore, se amore è stato. Ma il tempo ha catene più forti che la coscienza non riesce a spezzare e l'anima resta intrappollata tra nulla ed il reale. La voce che avevi dentro era sparita, forse t'eri pure liberato dall'idolatria ad un angelo quando la tua fede era altra, ma ora che la voce non scrive in me altri pensieri, ora che sei di nuovo da solo, gusti il blu che spinge il pistone cuore avanti, quel blu che toglie l'amaro dal fiato e riempie di nuova aria i polmoni. Hai camminato tanto, ti dici, fermati le scarpe fumano e la città è già in delirio per l'alba. Tu, non ascolti e vai avanti come se l'impossibile fosse l'aver espiantato da un demone la fiamma ed ora tu cercassi tra quei milioni di alieni davanti a te, con i loro occhi pesanti, a chi donarla. J.C.M. ( La fiamma del Diavolo )