Neve? ‘N’evento!

Quel dì lì di dicembre avrebbe preso a fioccare giù immacolata, morbida coltre di festevole e atmosferico addobbo.
Episodio rarissimo per la Maremma, sia che si tratti di periodi feriali che di festività ; ricordo due, forse tre episodi di questo tipo, roba da poco, però…
Alle sette, poco dopo l’alba mi trovavo proprio al parco della Maremma.
Alle sette? Ma che t’eri ammattito?
Macchè! Godevo di tutte le mie facoltà psichiche!
Le capacità motoria, certo, risultava forse compromessa dal ghiacciarsi del cervelletto.
Ma il meglio è questo: mica ero solo! Roba da matti!
I butteri, ovvio. Poveretti, gli tocca!
Assieme ai cowboy caserecci, ci credereste?, c’era improvvida, famigliola lombarda, che, miserelli, dovettero pure pagare per poter riportare agli amici, all’ora del tè, la loro storia alla Buffalo Bill.
Il loro episodio più critico fu, certo, come li misero lì a cavallo a chiudere la strada alla torma di cavalli bradi che “se gli si sbarra il passo gira, sicuro”, per impedire che piuttosto che allo steccato A accedessero al B.
Vatti a fidare di cavalli al galoppo come ussari alla carica!
Il godere delle altrui disgrazie, però, mi sollevava poco dal mio strazio: io ero là per girare, coadiutore appresso al fotografo, figlio di mia zia, quel video pubblicitario sulle bellezze della Maritima, che tirava fuori i soldi le UE, che però per problemi burocratici mica era stato fatto per tempo, tipo a primavera o estate tarda magari…, che sarebbe stato meglio, e poi lo script parlava di mietitura, raccolta delle olive, feste dell’uva. Sì! A Dicembre!
Quel Dicembre poi, freddo da ricordarsi a vita: i cavalli e le vacche scorrazzare tra campi, macchie, poi fossi e pozze gelati che il ghiaccio si spacca sotto il peso degli zoccoli e schizza per aria che pare la Siberia, altro che Maremma.
E il fotografo mi fa: certo c’è poco di tipico, facciamo la ripresa di quel toro là.
Allude all’esemplare di maschio di vacca ex ostrogota, caratteristico, si sa, di qua.
Gesù, è colossale! Dice: dobbiamo essere più prossimi per fare la miglior ripresa…ora basta direi io, macché…
Dice: “coraggio”.
Ormai c’è solo il fosso framezzo, dice: è docile, poi mica ce la fa a saltare il fosso…
Buffo: grosso, grosso com’è eppure dovrebbe saltare i fossi come pagato.
Dice: guarda com’è dolce, è mite…
Sì è dolce, come tir di cioccolata spalmabile, ma se ti spalma lui?
Poi: allora, se passa di qua io mi butto a babordo colla telecamera, tu a tribordo col videoregistratore…
Ma s’era detto ch’era artritico ‘sto toro? Poi se davvero passa di qua sto proprio a guardare del videoregistratore…
Al pomeriggio, festa, mi trovo assieme ad amici al caffé fuori porta, c’è P.G. da Lecce che dice: ma qua sempre brutto il tempo (è capitata, davvero, qualche volta, caso vuole sempre col maltempo), questa è la città più piovosa d’Italia, altro che Spezia, la più pisciosa! E ora ‘sto gelo più proprio delle terre dei fiordi.
Macché, dico, piove pochissimo, la Maremma è come il Tavoliere, siccitosissima…
P.G. affatto persuasa; lasciamo perdere, ch’è freddo, facciamoci dare dell’irish coffee, che poi devo fare la spesa; mi compro della salacca affumicata per accostarla alla torta d’alghe, e magari del sidro.